Psicoterapia

La domanda cura

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La domanda di cura che può emergere nel corso dei colloqui preliminari si accompagna all’esigenza di saperne di più intorno alla condizione di difficoltà, alle vicende conflittuali che, emergendo dal discorso, rivelano la riproposizione di un’inerzia fondamentale che insiste nel mortificare la vita. 

È opportuno proseguire dando continuità agli incontri colloquiali?

È importante che qualcuno rimanga all’ascolto con la funzione di testimone del discorso soggettivo che va progressivamente articolandosi?

Il tempo della cura

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La specificità della direzione di una cura analiticamente orientata risponde alla particolarità di ogni situazione umana che è attraversata da un certo disagio. La durata di una cura rimanda ai tempi del soggetto alla parola, ovvero alla sua implicazione nel partecipare ad un rinnovato rapporto con la propria verità che è stata misconosciuta.

L’orientamento psicoanalitico di una cura non trova realizzazione in alcun modello standardizzato, ovvero nell’applicazione di un protocollo universale stabilito da una tecnica terapeutica. Ogni discorso elaborato da un soggetto partecipe di una cura mediata dalle parole è generativo di un caso particolare.

La cura in essere

I motivi di trasformazione che si accompagnano ad una cura avvengono a partire dall’elaborazione di un sapere e di un saperci fare che, affermando un’inedita direzione di senso all’esistenza e trasmettendo la possibilità di un nuovo inizio, rimetta in funzione le opportunità della vita. 

Le figure della clinica e i nuovi domandanti

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Nel contesto del discorso sociale contemporaneo ricorrono particolari forme di “disagio della civiltà” che insorgono in corrispondenza di particolari contingenze della vita soggettiva: alterazioni dell’umore, esperienze di ansia e di panico, la tendenza a passaggi all’atto compulsivi che interferiscono nella vita di relazione, disagi che si accompagnano alla vita sentimentale e nei rapporti di coppia, disturbi dell’alimentazione, diverse forme di dipendenza. Molte figure della clinica contemporanea sono accomunate dalla presenza di una spinta silenziosa ad un godimento mortifero che abolisce le coordinate simboliche dell’esistenza, con l’effetto di disconnettere l’essere della vita soggettiva dall’Altro sociale, alimentando una continua “liquefazione” dei legami, producendo un irrigidimento alienante ad identificazioni anonime e promuovendo la deriva narcisistica del “farsi da soli”. 

L’ambito della clinica ambulatoriale deve tenere in considerazione le continue trasformazioni della domanda che, in corrispondenza dei rapidi movimenti del discorso sociale contemporaneo, può essere portata anche nello studio di uno psicoterapeuta.