Iperattivismo infantile
Il bambino non riesce a dedicarsi al gioco con una piacevole soddisfazione non potendo fare a meno di spostarsi incessantemente da un’attività all’altra; con interruzioni continue passa da un oggetto all’altro nell’impossibilità di generare una narrazione a favore di un’interazione regolata e piacevole che possa includere una partecipazione condivisa con altri bambini. Non si tratta di una vivacità creativa propria del gioco simbolico, ma di un movimento continuo, disordinatamente sregolato.
Il momento dell’inserimento alla scuola primaria corrisponde spesso alla contingenza di scatenamento del sintomo iperattivo. Il bambino si trova in estrema difficoltà nel partecipare alla vita di classe, essendo nell’impossibilità di orientare l’attenzione e di mantenere la concentrazione su una specifica attività per un tempo necessario all’elaborazione. Il disagio particolare del bambino si esprime con un’agitazione psico-motoria continua, con interruzioni della didattica od anche azioni di disturbo verso l’universale della classe, finanche compromettendo il regolare svolgimento delle lezioni. Talvolta il rendimento scolastico risulta pregiudicato anche a causa di un misconoscimento delle sue capacità, divenendo la sua condotta insopportabile. La ripetizione ostinata dei comportamenti disadattivi può comportare una progressiva esclusione sociale del bambino.
Di fatto, il bambino risponde alla domanda dell’altro sociale con un rifiuto, attraverso un corpo pulsionale sovraeccitato; è lo stesso bambino che afferma di “non potersi fermare”.
Spesso il bambino iperattivo rivela significativi motivi di difficoltà nel tollerare la separazione dalla propria madre. Il legame con il genitore viene tenuto in tensione attraverso infantilismi, richieste incessanti e continue che non trovano mai pace in una soddisfazione.
Perché proprio nella vita di quel bambino la tenuta pacificante dell’ordine simbolico viene meno, esponendolo all’esperienza di un corpo pervaso da una carica pulsionale che diventa intrattabile?