Disturbi specifici dell’apprendimento
I disturbi specifici dell’apprendimento (si manifestano come difficoltà significative nell’esercizio degli automatismi che interessano l’elaborazione delle capacità di lettura, di scrittura e di calcolo. I principali disturbi specifici dell’apprendimento sono la dislessia, la disgrafia, la discalculia, la disortografia, la disprassia e il disturbo specifico della compitazione.
Un bambino con dislessia può leggere e scrivere, ma non riesce a farlo in maniera fluente come gli altri compagni ed. Leggere comporta per lui molta più fatica ed impegno rispetto ai suoi compagni di classe, si stanca rapidamente, incorre in molti errori che gli sfuggono e trova importanti difficoltà nella comprensione di un testo, con la conseguenza di rimanere spesso in ritardo rispetto alle incombenze dei programmi didattici.
Alle difficoltà che il bambino incontra nella lettura o nella scrittura o ancora nel calcolo si associa un’interferenza nelle capacità di concentrazione e nell’elaborazione mnemonica dei contenuti didattici ( ad esempio ha difficoltà ad imparare a memoria sequenze logiche come le tabelline, le lettere dell’alfabeto, i giorni della settimana, i mesi dell’anno oppure può fare confusione nell’elaborazione dei rapporti spaziali e temporali, può avere difficoltà nell’esposizione orale di contenuti complessi in particolare quando viene esposto al giudizio degli altri durante le interrogazioni.
In ambito scolastico, i bambini con DSA hanno diritto all’uso di strumenti didattici e tecnologici di tipo compensativo (sintesi vocale, registratore, programmi di video-scrittura e con correttore ortografico, calcolatrice) e a misure dispensative, per permettere loro di sostituire alcuni tipi di prove valutative eccessivamente stressanti con altre equivalenti e più adatte al caso specifico.
Pur considerando le risorse di cui il bambino può disporre in ambito scolastico, i genitori devono comunque essere particolarmente disposti ad accompagnare il proprio figlio nel corso dell’esperienza scolastica, spesso lavorando a casa al suo fianco, sostenendolo o aiutandolo di fatto nello svolgimento dei compiti scolastici.
I presidi compensativi volti a favorire l’apprendimento sul piano didattico e l’aiuto dei genitori non sono necessariamente l’unica forma di sostegno che si può offrire al bambino per affrontare il complesso carico emotivo.
Ottenuta la certificazione diagnostica e, di conseguenza, predisposto presso la scuola il percorso didattico personalizzato che preveda l’adozione delle misure dispensative e degli strumenti compensativi più idonei per il bambino, il resto di cui ci si deve occupare riguarda la sfera emotiva e psicologica del bambino, considerando i vissuti che lui e la sua famiglia si trovano ad attraversare sia durante il percorso diagnostico, ma soprattutto nel corso della carriera scolastica e nel rapporto con i compagni.
Le effettive difficoltà sul piano della didattica e la sensazione di non poter rispondere come gli altri compagni alle richieste performanti degli insegnanti possono indurre vissuti di disaffezione nei confronti della partecipazione alla vita scolastica, con atteggiamenti di chiusura e rifiuto verso la passione per il sapere.